NASCE LA  " SETTIMANA DEL DONATORE "

La forza del Gruppo è stata, ed è tutt’oggi, quella di ricercare solamente i valori che l’uomo ha in quanto tale e che possono essere espressi  indipendentemente da una fede politica o anche religiosa.    Era la fine del 1976, quando si cominciò ad avvertire la necessità di diversificare le forme di propaganda e di promozione alla donazione del sangue, fino ad allora diciamo troppo private, verso una forma più collettiva e che comunque potesse coinvolgere la popolazione.  Dopo aver organizzato per l’ultima volta il 13 febbraio 1977 la cena sociale, il 6 dicembre dello stesso anno si decide di abolirla, per organizzare una festa popolare.     Il Gruppo  a quella data era in fase espansionistica , le adesioni aumentavano costantemente e con esse anche le donazioni di sangue, per cui si tendeva a superare i problemi di autosufficienza nella nostra zona, andando ad esportare eventuali esuberi di sangue anche in altre parti della Toscana, secondo l’allora disciplina in materia.   Fucecchio era un grosso paese ad indirizzo prettamente industriale, dimentico, quasi del tutto, delle tradizioni del passato, che invece era denso di avvenimenti importanti sotto il profilo storico e culturale.   Questo aveva portato a farne un centro economicamente solido, ma socialmente debole, con un consistente numero di immigrati dal meridione che si erano stabiliti per lo più nella parte antica del paese, dimenticato sotto il profilo del recupero architettonico sia dagli stessi abitanti, che si erano trasferiti in larga misura nella parte bassa e nuova, sia dalle amministrazioni pubbliche che incontravano serie difficoltà nell’affrontare il problema nel suo complesso.   La logica conseguenza era l’assoluta mancanza di iniziative nel campo sociale ed anche culturale, la riscoperta di antiche tradizioni che si erano perse nel tempo, tutti fattori aggreganti, in special modo a livello giovanile, che potevano creare le giuste condizioni affinché proprio i giovani non fossero fuorviati dalle crescenti inquietudini che potevano portarli a fare scelte sbagliate.  Il Consiglio direttivo in carica in quel periodo che , come già detto, aveva abolito la cena sociale per organizzare altre forme di coinvolgimento popolare attorno ai donatori di sangue, intraprese una serie di iniziative che nel tempo si sarebbero dimostrate la chiave per la riscoperta dei valori citati, il passo lungo di  questa Associazione, l’esempio per interventi in altri settori.  Nacque così la prima Settimana del Donatore, svoltasi in Piazza XX Settembre dal 21 al 28 Maggio 1978 comprendente  una scarpinata non competitiva, aperta a tutti, la prima domenica ed una gimcana di automobili con la “ 1ª Sagra del baccello ” nella successiva.    E’ la prima vera festa esterna del Gruppo, una novità, e come tale deve pagare il prezzo di non essere conosciuta; i partecipanti non sono molti, ma comunque lo scopo è raggiunto, si comincia a parlare dei Donatori di sangue “ Fratres”.      Sarà l’avvio di una serie fortunata, che attraverso modifiche e cambiamenti arriverà ai giorni nostri con una precisa identità.    L’anno successivo  dal 13 al 21 maggio, si ripete l’esperienza: la “Sagra del baccello” viene trasformata, per ragioni logistiche, in Sagra della zuppa di pane”, ampliando il programma con una festa al teatro Excelsior allo scopo di premiare pubblicamente i donatori benemeriti ed attirare l’attenzione della popolazione per cercare nuove adesioni.    Anche questa festa, che successivamente sarà denominata “SerataInsieme”, avrà un grosso successo negli anni e vedrà la partecipazione di dilettanti locali, di personaggi dello spettacolo già noti, come il compianto fisarmonicista Carlo Venturi e di altri divenuti in seguito famosi, come i cantanti Stefano Sani, Zucchero ed il comico Panariello.  Dopo la partecipazione di Graziano Salvadori con i personaggi di “Vernice fresca ” nel 1993,  l’inagibilità del teatro costringe ad interrompere l’organizzazione dello spettacolo fino al 1997, quando la rinnovata agibilità del teatro permette di ripeterne l’organizzazione e di affidare nuovamente all’estro artistico di Graziano particolari momenti di allegria.          

 

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